La differenza fra psichiatra, neurologo e psicologo
15 Aprile 2020 | a cura di Alessandro Rotondo
Psichiatri, neurologi e psicologi si occupano tutti, e spesso in collaborazione fra di loro, di pazienti con disturbi del sistema nervoso. Ma hanno competenze specifiche e distinte.
Facciamo chiarezza, per evitare di confondere i rispettivi ruoli e rivolgerci allo specialista sbagliato.
Lo psichiatra
Lo psichiatra è un medico che ha conseguito la specializzazione in psichiatria. Si occupa della diagnosi e della prevenzione dei disturbi mentali, avvalendosi di terapie farmacologiche e/o tecniche di stimolazione cerebrale. Se ha seguito un apposito percorso formativo, può anche utilizzare psicoterapie specifiche.
Per comprendere bene il ruolo dello psichiatra occorre chiarire innanzitutto cos’è un disturbo mentale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il disturbo mentale come “la perdita dello stato di benessere emotivo e psicologico che consente all’individuo di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, rispondere alle esigenze della vita quotidiana, esercitare efficacemente il proprio ruolo sociale, adattarsi ai mutamenti dell’ambiente e ai conflitti interni”.
Per stabilire la diagnosi, lo psichiatra si basa sulla descrizione dei pensieri, delle emozioni, degli stress ambientali e di quelli psicologici riferiti dal paziente, insieme all’osservazione dei suoi comportamenti. Spesso i pazienti con disturbi mentali non presentano alcun sintomo o deficit fisico e non esistono ancora test biologici di routine che permettano di rilevare lesioni cerebrali collegate alla sofferenza della mente.
Per questo motivo, i disturbi mentali sono ancora definiti“funzionali” per distinguerli da quelli chiamati “organici”. La distinzione si basa sul fatto che questi ultimi si manifestano con sintomi fisici (si pensi al dolore di infarto, alla paralisi conseguente a un ictus cerebrale, alle convulsioni di una crisi epilettica) e possono essere diagnosticati con specifici esami metabolici e strumentali.
È bene sottolineare che i rapidi progressi nello studio delle basi neurobiologiche del comportamento normale e di quello definito “fuori dalla norma” permettono già oggi di individuare le perturbazioni dei circuiti cerebrali e delle aree neurali causa di vari disturbi mentali. Non solo. Sono già in studio test diagnostici che potranno essere utilizzati in un futuro non lontano per evidenziare le lesioni cerebrali responsabili, ad esempio, di un episodio depressivo o una psicosi, permettendo così diagnosi più accurate e terapie più mirate. In tal modo, l’ormai obsoleta distinzione fra malattie funzionali e organiche non avrà più ragione di esistere.
Il neurologo
Il neurologo è un medico, che ha conseguito una specializzazione in neurologia. Analogamente allo psichiatra, studia le malattie del sistema nervoso, ma, a differenza di quest’ultimo, si occupa dei disturbi conseguenti a specifiche lesioni o deficit del cervello che possono essere evidenziati sia con l’esame del paziente che con specifici test metabolici e strumentali. Quindi, cura le malattie del cervello definite come “organiche”, caratterizzate da deficit di vario tipo, come quelli del movimento, della sensibilità, dell’equilibrio, del linguaggio, cognitivi e della memoria.
Le malattie neurologiche più comuni sono:
l’epilessia
i tumori cerebrali
le malattie neurodegenerative (come il morbo di Parkinson e le demenze)
le malattie cerebrovascolari (come l’ictus ischemico o emorragico)
le malattie infettive (come le encefaliti le meningiti)
le miopatie e neuropatie.
Neurologo e psichiatra collaborano attivamente quando nei malati neurologici emergono disturbi sia mentali che comportamentali (depressione, ansia, psicosi) come accade, ad esempio, nelle demenze o nel morbo di Parkinson.
Spesso, persone affette da depressione, ansia o disturbi comportamentali si rivolgono erroneamente al neurologo nella convinzione che i loro problemi appartengano al campo della neurologia e non della psichiatria, considerata, invece, la branca della medicina “che cura i pazzi”.
Lo psicologo ha una laurea in psicologia ed è iscritto a un apposito albo professionale. Non avendo una laurea in medicina, non può prescrivere farmaci né dare indicazioni di tipo medico. Può effettuare interventi rivolti alla prevenzione, la diagnosi, le attività di riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico, rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità.
Lo psicoterapeuta, invece, è un laureato in psicologia o in medicina che ha seguito corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia presso scuole di specializzazione riconosciute dal ministero dell’università. Se è laureato in psicologia, non può prescrivere farmaci o dare indicazioni di tipo medico.
Lo psicoterapeuta, ma non lo psicologo, può utilizzare una psicoterapia specifica, basata su colloqui clinici e test neuropsicologici, sia per la cura che la prevenzione dei disturbi mentali e comportamentali.
Esistono diversi orientamenti psicoterapici, tutti tesi, utilizzando tecniche differenti, a favorire il cambiamento consapevole dei processi psicologici della persona dai quali dipende il disagio e lo stile di vita inadeguato. I principali sono: psicoanalitico o psicodinamico, cognitivo-comportamentale e sistemico-relazionale. Pertanto, è fondamentale informarsi sul tipo di formazione dello psicoterapeuta prima di iniziare un percorso, per valutare se è adeguato alle proprie esigenze.
Psichiatra e psicoterapeuta lavorano spesso congiuntamente offrendo una “terapia integrata” mirata alla risoluzione dei problemi per cui viene chiesto il loro aiuto.
Come abbiamo visto, il ruolo dello psichiatra è quello di ripristinare il corretto funzionamento delle strutture cerebrali compromesso dalla malattia attraverso terapie farmacologiche e/o di neurostimolazione. Invece, lo psicoterapeuta si occupa di ristabilire l’equilibrio psicologico attraverso l’analisi e la ristrutturazione dei pensieri, dalle emozioni e dei comportamenti disfunzionali.
Per esemplificare, se si vuole guidare un’automobile, occorrono due requisiti inscindibili: 1) che la macchina sia funzionante; 2) che chi la guida sia in grado di farlo. Possiamo paragonare lo psichiatra al meccanico che ripara la macchina quando è rotta, mentre lo psicoterapeuta è l’istruttore che, dopo la riparazione, insegna a guidarla correttamente e senza fare incidenti.